Il frutto che più di tutti si associa alla Sicilia è sicuramente l’arancia. Il suo colore arancione, legato indissolubilmente all’agrume, è la tonalità regnante della nostra isola.
Eppure, l’arancia non è sempre legata all’arancione: nella zona orientale, tra le province di Enna, Catania e Siracusa, cresce l’arancia rossa di Sicilia.
La sua caratteristica pigmentazione e il suo sapore prelibato sono valse a questo particolare tipo di arancia il marchio IGP.
L’arancia dolce
Anche per quanto riguarda l’arancia rossa, siamo di fronte al frutto del cosiddetto CItrus Sinensis, appartenente alla famiglia delle Rutaceae, conosciuto come l’arancio dolce.
Quest’albero non deve infatti essere confuso con un’altra varietà che produce dei frutti amari.
Il Citrus Sinensis è il risultato dell’incrocio tra il pomelo e il mandarino. Si tratta di un innesto molto antico, databile circa 4000 anni fa.
Questo incrocio produce un albero rigoglioso e alto anche fino a 12 metri, con foglie lunghe e carnose, e dai frutti succulenti.
Dalla Cina all’Europa
Grazie anche al suo sapore aspro ma al tempo stesso zuccherino, l’arancia si diffonde a vista d’occhio in tutto l’estremo oriente del continente asiatico, in particolare in Cina. E da qui, l’albero di Arancia viaggia sulla Via della Seta, arrivando nel Vecchio Continente e quindi anche in Sicilia.
Ora, su come e quando questo sia successo, ci sono due ipotesi.
La prima vuole che l’arancio sia stato portato in Europa da marinai portoghesi nel XV secolo: da qui il termine “portogallo” (o in siciliano pattuallu) con cui questo frutto era anche chiamato fino a poco tempo fa.
Tuttavia, un’altra interpretazione, vedrebbe l’arancio trapiantato già ai tempi dell’Antica Roma. Questa seconda ipotesi sarebbe supportata da alcune fonti e anche da un secolare arancio presente in un monastero a Roma già dal 1200.
Questa è, in breve, la storia dibattuta e ancora dubbiosa dell’arancia, della quale parliamo ampiamente nel nostro approfondimento sull’arancia di Ribera DOP. Comunque sia andata, l’agrume si diffonde poi rapidamente in tutta Europa e anche al di là dell’Oceano Atlantico.
Dai vasi alla tavola
Oggi è infatti il Brasile il maggior esportatore di arancia, seguito da Cina e India.
Una diffusione garantita dal suo sapore inconfondibile, che è valsa all’arancia una grande fortuna sulle tavole di tutto il mondo.
Questo soprattutto per quanto riguarda l’arancia bionda, ovvero quella dalla polpa arancione che tutti conosciamo, come nel caso dell’Arancia di Ribera DOP.
Diversa fortuna ebbe l’arancia rossa, una varietà proveniente anch’essa dalla Cina e che fu portata in Europa dagli arabi (che ben conoscevano le sue qualità), ma che ‘per la sua inusualità (anche esterna) era rimasta confinata nell’uso ornamentale.
Dalle tavole però, l’arancia rossa arriva ai palati di tutti, anche grazie ad un missionario genovese, di ritorno dalle Filippine, che la porta in Sicilia.
L’arancia rossa di Sicilia
Qui l’agrume dalla pigmentazione unica conosce una grande diffusione, soprattutto popolare. E a metà del secolo scorso, l’unicità dell’arancia rossa di Sicilia viene riconosciuta nel resto d’Italia e non solo, per cui la sua coltivazione e commercializzazione ha conosciuto un ampliamento tale che oggi parte dell’economia isolana si basa su questo agrume.
Parte del suo successo è inevitabilmente dovuto al colore rosso, causato dalla presenza di antocianine, più o meno intenso a seconda della varietà.
Nonostante il nome, la produzione non riguarda l’intera Sicilia, in quanto il marchio IGP, ottenuto nel 1997, vale solo per quei frutti coltivati in una specifica zona.
In prevalenza tra le province di Catania e Siracusa, l’arancia rossa di Sicilia interessa anche la provincia di Enna, e in particolare i comuni di Catenanuova, Centuripe e Regalbuto.
Le varietà di arancia rossa di Sicilia
È in questa zona, tra l’entroterra ibleo e il mar Ionio, che questa speciale varietà trova il suo habitat ideale. E qui l’arancia rossa di Sicilia inizia a maturare a dicembre, arrivando fino a maggio, grazie ai diversi tempi di maturazione delle tre varietà:
- Il tarocco, da dicembre fino a maggio: si tratta della varietà più conosciuta e diffusa. Un frutto di grandi dimensioni, caratterizzato dal cosiddetto “muso” (ovvero una base prominente). La buccia è arancione con dei punti rossi, mentre la polpa succosa (e priva di semi) è ambrata, ma con delle screziature dal caratteristico rosso, più o meno visibili in base al clone
- Il sanguinello, da febbraio ad aprile: deve il suo nome alla solita pigmentazione, che però qui è evidente già dalla buccia. L’interno, che presenta qualche sporadico seme, è di grandezza media e presenta ancora un colore ambrato; tuttavia, qui la pigmentazione rossa è molto più visibile rispetto al tarocco.
- Il moro, da dicembre a marzo: anche qui un frutto di media grandezza, dalla buccia di colore arancione ma con delle sfumature di un rosso che ricorda il vino. Una tonalità che ritorna prepotentemente anche nella polpa, di colore interamente rosso grazie alla presenza elevata di antocianine, che contribuiscono anche alla maggior acidulità di questa varietà rispetto alle altre due.
Raccolta e commercializzazione dell’arancia rossa di Sicilia
La raccolta per tutte e 3 le varietà segue lo stesso criterio, ovviamente in base ai diversi tempi di maturazione.
Le arance rosse devono infatti essere raccolte tramite l’utilizzo di forbici ricurve, che vanno a recidere il peduncolo senza andare ad intaccare la buccia, poiché questo andrebbe a intaccare l’integrità del frutto.
Successivamente, senza subire alcun trattamento, l’arancia rossa viene immessa nei mercati di tutta Italia nelle sue varietà.
Può essere mangiata da sola, grazie alla sua succosità, ma è un’ottima base per genuine spremute, non solo per la presenza di antocianine ma anche di antiossidanti.
La sua buccia viene spesso usata per la realizzazione dei canditi, protagonisti della cassata e del cannolo, mentre la polpa può essere utilizzata per la realizzazione di marmellate.
Curiosità
È nota a tutti la bontà delle arance, ricche di vitamina C e di sostanze che fanno bene all’organismo. Ebbene, l’arancia rossa presenta il 40% in più di vitamina C rispetto alle sue sorelle bionde.
L’arancia fu poi, secondo la leggenda, la dote portata da Era allo sposo Zeus, che per paura di perdere questo strepitoso frutto, li custodì in un giardino sorvegliato dalle ninfe Esperidi.
L’arancia è poi protagonista di diversi detti e proverbi
In Sicilia, le arance sono dolci che crescono sugli alberi (Pino Caruso)
L’arancia la mattina è oro, a pranzo è argento, la sera è piombo.
Dell’arancia quel che vuoi, del limone quel che puoi.
E infine: aranci, aranci, cu havi vai si li chianci!