
La tradizione olivicola siciliana ha radici antichissime, risalenti ai tempi in cui i Fenici portarono lâulivo sullâisola. Per tale motivo, ogni vallata ha la sua specialitĂ , e molte di queste hanno ottenuto il marchio DOP.
Ă il caso anche dellâeccellenza che presentiamo in questo articolo, ovvero lâolio extravergine di oliva Monte Etna DOP.Â
Si tratta di un olio ottenuto da ulivi che crescono alle pendici dellâEtna, in un bacino che abbraccia le province di Catania, Enna e Messina.
Lâoro del Mungibeddu presenta un colore, per lâappunto, dorato ma con dei riflessi verdi, mentre risulta fruttato con una punta di piccante.
Dal Medio Oriente
La storia dellâolio in Sicilia è millenaria, in quanto giunge sullâisola agli inizi del primo millennio a.C., quando i Fenici trapiantano i primi alberi di ulivo.
Questi ultimi crescono rigogliosi in Medio Oriente, e qui si hanno, intorno al 6000 a.C., le prime testimonianze di utilizzo dellâolio extravergine di oliva.
In quei tempi, lâolio non veniva ancora usato come alimento ma come semplice unguento.
Da qui lâulivo arriva fino al Mediterraneo e allâEgitto, e sicuramente anche in Palestina. Sono testimoni di ciò anche i Vangeli, secondo i quali GesĂš dopo lâultima cena si reca proprio nellâorto degli ulivi.
Fenici e Greci
Come detto, sono dapprima i Fenici a portare in Sicilia i primi alberi dâulivo. Successivamente toccò ai Greci, che grazie alla loro nota storia di colonizzazione aiutano a diffondere la cultura olivicola nellâisola ma anche nel resto della Magna Grecia.Â
Poi, sarĂ merito dei Romani la diffusione dellâolio dâoliva anche nel resto della penisola e oltre le Alpi.
La Chiesa e la borghesia
Oggi lâolio extravergine dâoliva italiano è rinomato in tutto il mondo, e lâItalia è il secondo produttore assoluto.
Il successo dellâolio dâoliva lo si deve al clero, che salvò questo prodotto dallâoblio, in un periodo in cui erano preferiti i grassi animali. Merito della Chiesa fu quello di usare lâolio dâoliva per le funzioni liturgiche.
Una nuova spinta al consumo arrivò poi dalla nascente classe borghese italiana. Non solo per la sua attivitĂ di commercio, ma anche perchĂŠ il mecenatismo tipico del tempo favorĂŹ lâutilizzo dellâolio nella pittura su tela.
Successivamente la rivoluzione industriale e, nel secolo scorso, il boom economico hanno contribuito ai numeri da capogiro dellâolio extravergine dâoliva.
Lâolio extravergine dâoliva
In Italia sono presenti piĂš di 40 denominazioni di origine protetta che salvaguardano specialitĂ olivicole, e molte di queste si trovano proprio in Sicilia.
Ă il caso anche dellâolio extravergine di oliva Monte Etna DOP, che deve il suo nome al vulcano sotto il quale le olive possono crescere rigogliose.
Storia dellâolio extravergine di oliva Monte Etna DOP
In questa zona la tradizione della cultivar olivicola ha una storia plurimillenaria.
Furono dapprima i Fenici a portare nelle colonie ioniche lâulivo, e qui i contadini del posto hanno vissuto da sempre in stretta simbiosi con questo albero dai frutti dâoro.
Questo anche a discapito della politica imperiale romana, che imponeva degli alti dazi allâolio del Mungibeddu, in modo da favorire la concorrenza campana ma soprattutto laziale.
Nonostante questo, la coltivazione dellâulivo in questa area ha conosciuto una crescita lenta ma che non si è mai arrestata, fino ad arrivare ai giorni nostri.
Le caratteristiche del luogo
Lâeccellenza di questâolio è sicuramente da ricercare nellâambiente etneo, caratterizzato dalle terrazze delimitate dai muri a secco a strapiombo.
La cultivar della Nocellara Etnea (a cui si possono unire in parte minore altre varietĂ ) passa infatti dal livello del mare ad altezze che sfiorano i 1000 m, e che godono di un vento sempre fresco e sano.
A questo si deve unire lâunicitĂ del terreno lavico, che impregna della sua linfa incandescente tutto ciò che vi cresce.
Le proprietĂ dellâolio extravergine di oliva Monte Etna DOP
Grazie a questo insieme di fattori, lâolio che ne scaturisce è di livello altissimo e di unâaciditĂ decisamente bassa.
Si tratta di un vero e proprio tesoro, cosÏ come il suo colore dorato, in cui si insinuano però delle decise venature verdi.
Il sapore dellâolio extravergine di oliva Monte Etna DOP è anchâesso unico.
Il suo tratto distintivo è lâaroma fruttato, che si percepisce giĂ allâolfatto, che dopo un pò lascia il posto ad un retrogusto amaro e anche un pò piccante, ma senza eccedere in qualcosa di insopportabile.
La raccolta delle olive Monte Etna DOP
Il percorso che però porta allâolio extravergine dâoliva è lungo, frutto di cure e nutrimento per tutto il corso dellâanno.
Fino allâarrivo dellâautunno, con il quale comincia la raccolta delle olive. Questâultima avviene con lâutilizzo di pettini che fanno cadere le olive su delle reti che permettono di agevolare la raccolta.
Dopo un attento lavaggio, le olive vengono poi macinate nei frantoi, stando attenti che la temperatura non superi i 28 °C, in modo che le proprietà organolettiche e il gusto del Monte Etna DOP non ne risulti alterato.
Usi dellâolio extravergine di oliva Monte Etna DOP
Alla fine di questo lungo lavoro, lâolio è pronto a finire sulle tavole di tutta Italia. Esso è riconoscibile dal marchio DOP che deve essere sempre ben visibile.
Visto il suo sapore fruttato e gradevole, è un condimento perfetto per bruschette e insalate, ma è ottimale da usare anche in cottura.
Grande eccellenza di tutta la zona etnea, da Catania a Enna passando per Messina, è presente inevitabilmente in tutte le feste e le sagre che si tengono in zona,
CuriositĂ
La storia dellâolio extravergine di oliva Monte Etna DOP si lega indissolubilmente al vulcano, dove secondo il mito risiedeva il ciclope Polifemo: accecato proprio da un tronco dâulivo.
Testimonianze scritte del successo nazionale e internazionale di questa specialitĂ nel corso dei secoli le si devono prima a Pietro Bembo, che nel suo âDe Aetnaâ parla della bontĂ dellâolio prodotto alle pendici del vulcano; toccherĂ poi tre secoli dopo a Tocqueville riconoscere lâunicitĂ della cultivar della Nocellara Etnea.
Lâolio si lega inevitabilmente a diversi detti della tradizione.
Chi vuol tutte lâolive non ha tutto lâolio.
Lâoliva la dĂ Dio e lâolio lo fa il villano.
Ogghiu di nâannu e vinu di centâanni.